Dal 954 Seborga („Castrum Sepulcri“) compare ufficialmente nella storia dell’atto di donazione che Guido, Conte di Ventimiglia, ne fece ai Monaci benedettini del Monastero di Lerins (Francia). Dal 1666 al 1687 i Monaci, il cui Abate Priore aveva il titolo di Principe ecclesiale, stabilirono nel paese una residenza, con annessa zecca nella quale fecero coniare monete d’argento a valore legale.
Storia di Seborga: Castrum de Sepulchro faceva parte della Contea di Ventimiglia fin dal secolo X secolo . La sua storia risale all’anno 954 d.C., data del documento che tratta della sua donazione ai Monaci della Abbazia di S. Onorato dell’isola di Lerins ad opera del suo possessore Guido, Conte di Ventimiglia. L’originale di questo testamento non fu mai rintracciato, per cui il primo documento storico pervenutoci e riguardante il feudo seborghino è del 1177 e fa peraltro riferimento a quanto definito nel testamento del Conte Guido, confermandone il contenuto. .Nel 954 il territorio del Castrum Sepulchri assieme alla cappella di S. Michele di XXmiglia venne donato dal Conte Guido ai Monaci dell’isola di S.Onorato di Lerins. Le proprietà territoriali di questi monaci andarono progressivamente aumentando in quel periodo, grazie alle donazioni provenienti anche da altri nobili. Nel 1261 il priore della chiesa di S. Michele, Giacomo Costa, su mandato dell’abate di S. Onorato, stilò “Statuti e Regolamenti” per il feudo di Seborga: di questi non sono pervenuti gli originali ma sono riportati in alcuni atti presenti nell’Abbazia di Lerins. E pare altresì che risalga a quegli stessi anni la comparsa, per la prima volta, in alcuni atti il motto SUB UMBRA SEDI (“Mi sono riposato sotto l’ombra”) che diventerà distintivo del feudo.
Dal 1476 tutta la Liguria risulta essere dominio della Repubblica genovese, con l’eccezione del feudo di Seborga, sempre dipendente dai conti di Provenza. Nel 1481 Renato D’Angiò cedette tutti i suoi possedimenti al Re di Francia Luigi XI così anche il feudo di Seborga venne a dipendere direttamente dal Regno di Francia. Le condizioni di vita nel feudo si mantenevano sempre assai misere per la popolazione e le decime pagate ai Monaci erano pressoché nulle. Solo nel XVI sec. essi poterono acquistare in Seborga, da Bernardo Andracco, un edificio nominato dalla popolazione il “Palazzo”; successivamente ai Monaci venne l’idea di aprire una zecca per la battitura di monete da smerciare in Europa e nel vicino Oriente. Le monete hanno un’importanza essenziale nella storia di seborga, in quanto è proprio sulle monete che compare per la prima volta in documenti ufficiali l’attributo di “Principato” al feudo seborghino: e da allora il feudo verrà gratificato di tale titolo. Il periodo di attività della Zecca seborghina fu assai breve e cessò nel 1687. Venuta così a cessare questa fonte di guadagno, i Monaci cominciarono a pensare all’opportunità di vendere il feudo di Seborga. Altro periodo fondamentale per la storia di Seborga è il 1729, anno in cui si segna il passaggio del feudo dal dominio del Re di Francia a quello di casa Savoia. Con la caduta della Monarchia in Italia (1946) automaticamente tutti i possedimenti non personali dei Reali passarono allo Stato Repubblicano: da allora, l’Antico Principato seborghino risulta incorporato in esso, nella Regione Liguria, come comune della provincia di Imperia.